CELLARINIA - VII Mostra Mercato
DI FIORI, PIANTE e CERAMICA
"PER BACCO, CHE OLIO"
DOMENICA 25 MAGGIO 2025
La storia
Dall’Alto Medioevo all’inizio dell’Ottocento, l’olivicoltura in Piemonte era più importante della viticoltura: l’olio di oliva infatti era prodotto in grandi quantità sia per uso alimentare sia per l’illuminazione. Tra il XII e il XIII secolo esistevano oliveti nel canavese e nel biellese, passando dal torinese per arrivare fino alle Langhe, al Monferrato, al Roero.
Documenti dimostrano come nel canavese e nel biellese fossero previsti premi per chi portava le piante di olivo a fruttificazione (1340) o semplicemente per chi le possedeva (1449), ma esistono anche documenti riguardo agli obblighi di messa a dimora di olivi per ogni ettaro posseduto (1341), ai divieti di pascolo negli oliveti e al divieto di vendita di piante di olivo agli stranieri (1329).
Le intense ondate di freddo dei primi anni del Settecento e le gelate invernali tra la fine del secolo e l’inizio dell’Ottocento hanno determinato però l’abbandono dell’olivo come coltura a beneficio della vite e del vino già presente all’epoca, ma indiscutibilmente meno diffuso. Dovremo aspettare gli anni '90 del Novecento per vedere le piane di ulivo tornare in Piemonte.
Rinascita
Negli ultimi anni la coltivazione dell'olivo è stata ripresa con interesse. lentamente il Piemonte si sta ripopolando di olivicoltori, frantoiani e appassionati che credono nelle sue potenzialità. I dati parlano chiaro: nella regione ci sono 350 ettari coltivati a olivo, il che significa che sul territorio esistono circa 300 mila piante distribuite in maniera disomogenea, ovunque ci sia un pendio esposto a sud.
Caratteristiche dell'olio del Monferrato
L'olio del Monferrato ha aromi, profumi, sapori di rara bontà, e presenta caratteristiche particolari date dallo stress riproduttivo che aumenta i polifenoli degli olii del nord. Le varietà più diffuse sono Leccino, Frantoio e Pendolino: si tratta di un olio leggero e a bassa acidità.